
Alex Zanardi, il nuovo messaggio tocca il cuore: scendono le lacrime - Colpoditaccoweb.it (screen Youtube)
Nessuno ne era a conoscenza, dopo anni di assenza dalle piste Alex Zanardi riesce ancora a toccare il cuore di tutti. Impossibile non commuoversi dopo questo messaggio.
Quando si parla di resilienza, di rinascita, di sport come metafora della vita, il primo nome che affiora è sempre lo stesso: Alex Zanardi. Un uomo che ha saputo ridefinire il concetto stesso di coraggio, riscrivendo la sua storia personale due volte, senza mai arrendersi a ciò che sembrava già scritto. Ex pilota di Formula 1 e protagonista indiscusso del campionato CART, Zanardi ha conosciuto l’apice e l’abisso nel giro di una curva: era il 2001, circuito del Lausitzring, e un incidente terribile gli cambiò la vita. Ma non lo piegò. Perse entrambe le gambe, ma non l’identità. Tornò alle corse con le protesi, reinventandosi campione paralimpico nell’handbike, conquistando ori e medaglie con la stessa fame agonistica che lo aveva accompagnato in pista.
Negli anni successivi, Alex è diventato molto più di un atleta. È stato un ambasciatore del sorriso, un testimone di vita nei reparti di riabilitazione, un ispiratore per atleti disabili e persone comuni. Con il progetto Obiettivo3, ha dato a tanti ragazzi la possibilità di rimettersi in gioco nello sport paralimpico, trasformando il dolore in motore. Poi, nel giugno del 2020, un’altra prova tremenda. Un secondo incidente, questa volta in allenamento, nei pressi di Siena. L’impatto con un camion, il coma farmacologico, le operazioni delicate, il lungo silenzio. Da allora le notizie sulle sue condizioni sono rare, frammentarie, protette dalla riservatezza della famiglia. Quel che è certo è che Zanardi sta ancora combattendo. E forse è proprio questo il punto: Zanardi non ha mai smesso di lottare. Anche lontano dalle telecamere.
Zanardi, il messaggio che fa piangere tutti: “Io ci sono, se vuoi salire in sella”
Ed è proprio da questo silenzio che, in queste ore, riemerge un’eco potente. A riportarla è Giulia Ruffato, campionessa paralimpica di handbike, intervistata da La Nazione. La sua storia è dura: fisioterapista, colpita da ischemia midollare, costretta alla sedia a rotelle. Una vita da ricostruire. Ma anche per lei, sulla strada del ritorno, c’era Alex Zanardi. Ho ricevuto una mail da Alex nei primi mesi in ospedale – racconta Giulia – ma non mi ha detto di reagire. Mi ha solo detto che i momenti difficili esistono e che dovevo prendermi il mio tempo per affrontarli. Se avessi voluto parlare, lui ci sarebbe stato. Nessuna retorica, nessuna forzatura. Solo empatia pura, ascolto, presenza.

Poi è arrivata la telefonata, e con essa una proposta tanto semplice quanto sconvolgente nella sua forza: “Mi ha detto: ‘Perché non sali in sella a una handbike? Prova’. E non mi ha lasciata finché non l’ho fatto”. Da lì in poi, la rinascita. Il coraggio di provarci, la determinazione di restare in movimento, l’inizio di un nuovo cammino sportivo. Oggi Giulia Ruffato è un’atleta a tutti gli effetti. Ma prima ancora, è testimone vivente di cosa possa generare una voce amica al momento giusto: “Alex non ha cercato di salvarmi. Ha solo acceso una luce, indicandomi una via”. Parole che bastano da sole a spiegare perché, ancora oggi, sentire quel nome provoca un groppo in gola. Zanardi continua a essere presente. Non in video o sui podi. Ma nel cuore e nella vita di chi, come lui, non si arrende mai.